www.archeosub.it |
|
Le imbarcazioni monossili del Veneto Parte I
di Antonio Rosso - E-mail: info@archeosub.it
in "atti del Convegno: La ricerca archeologica dalla preistoria all'alto medioevo - Castello di Villalta 24-25 settembre 1983"
un secondo articolo, con taglio divulgativo, "Piroghe senza mito" è stato pubblicato su "Archeologia Viva" nel numero 5/6 di Maggio/giugno del 1987
*********
Nota: per ragioni di rete il contributo è stato suddiviso; parte I: Premessa, aree di ritrovamento, Fimon, Bacchiglione e parte II: Brenta, altre aree,materiali,età, conservazione, conclusioni con collegamento alla bibliografia
Premessa
Questo lavoro trae origine dal tentativo di inquadrare in un contesto regionale l'ultimo e recente ritrovamento nel fiume Bacchiglione di una imbarcazione monossile in località La Cucca di Montegaldella (VI).
Nel corso dell'analisi si è sentita la mancanza di uno schema che riassumesse i ritrovamenti awenuti nel Veneto; ne è uscita pertanto questa nota che intende offrire il panorama dei ritrovamenti ad oggi noti e la relativa bibliografia in modo da creare una base per ulteriori e più specifici studi.
Le aree di ritrovamento
Il Veneto è la regione che, con Piemonte e Lombardia, ha consentito il recupero del più elevato numero di imbarcazioni monossili.
Appare, tuttavia, subito evidente che le località, in cui anche recentemente si sono ritrovate imbarcazioni di questo tipo, appartengono alla stessa area geografica ed i ritrovamenti sono localizzati in zone assai ristrette, nonostante siano in continuo aumento sia i lavori di sterro che il numero di appassionati subacquei che frequentano laghi e fiumi.
Infatti, a parte il manufatto rinvenuto a Lova, i ritrovamenti ad oggi noti sono awenuti lungo il corso dei fiumi Bacchiglione e Brenta e nelle torbiere attorno al laghetto di Fimon; il triangolo Vicenza, Mestre, Chioggia, con Padova al centro racchiude pertanto tutti i rinvenimenti noti (fig. 1).
|
|
A Fimon le torbiere del laghetto, nelle località di Fontega, Val di Marca, Pascolone, hanno restituito negli anni dal 1860 al 1945 molti esemplari di monossili: secondo alcuni autori certamente superiori alle venti unità (nota 1).
I reperti noti, riportati nella allegata tabella (Tav. 1) e nei disegni ripresi da un lavoro di Cornaggia Castiglioni e Calegari del 1978 (nota 2), presentano una lunghezza variabile da m.4,2 a m.8,8 e una larghezza da 60 a 75 centimetri (nota 3) mentre la varietà più comune risulta essere una imbarcazione con poppa arrotondata, prua ogivale e a sezione semicircolare.
Particolarmente interessante l'esemplare con una estremità fornita di gradino e con un foro passante (fig. 6) ed il monossile troncato, ma chiuso con una tavoletta di legno opportunamente incastrata.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TAV. 1
Anno di |
Località |
N. esemplari |
Descrizione e osservazioni |
Riferimenti |
1864 |
Pascolone |
Almeno uno |
Frammenti in legno di quercia |
Lioy 1864-65, pag. 419 |
1884 |
Valle della |
Numerosi |
Lunghezze comprese fra 4-6 metri |
Meschinelli 1889, pag. 165-166 |
1940-1944 |
Valli di Fimon |
10 |
In parte interi, in parte frammentati |
Trevisiol 1946, pag. 757 |
1 |
Un esemplare lungo m. 4.60X0.65X0.30 |
Da Schio etc. 1947, pag. 245 |
||
1944 |
Valle della Fontega |
1 |
Un esemplare in pessime condizioni lungo m. 4.7 (nota 5). |
Trevisiol 1946, pag. 756 e fig. 2 |
1945 |
Torbiere della Val di Marca |
Non citati |
Frammenti di piroghe, senza ulteriori dati |
Castiglioni 1967, pag. 43 |
Fiume Bacchiglione
Nel Bacchiglione numerose sono le località in cui si sono trovati monossili: Saccolongo (nota 6), Selvazzano (nota 7), Tencarola, Montegaldella, Trambacche, Montegalda.
In totale si parla di 15-20 ritrovamenti (Tav. 2) di cui almeno dieci sicuramente documentati; tutti con lunghezze superiori ai sei metri.
TAV. 2
Anno di |
Località |
N. esemplari |
Descrizione e osservazioni |
Riferimenti |
1950 |
Saccolongo |
1 |
m 7.40 di lunghezza, scavato m un tronco di quercia. Ritrovato 8-9 metri sotto il piano di campagna |
Prosdocimi 1973, pag. 38 e foto 4 |
1956 |
Selvazzano |
1 |
Mancano dati dimensionali , scavato in un tronco di quercia. Portava infissi dei chiodi di ferro e presso una estremità vi era un largo incastro (foto 3). |
Gasparotto 1959, pag. 70 |
1964 |
Tencarola |
1 |
Parte di scafo. |
Prosdocimi 1973, pag. 38 |
1972 |
Selvazzano |
3 |
Resti di due monossili e vari altri frammenti. |
Prosdocimi 1973, pag. 36 e foto 1-2-3 |
1975-1982 |
Trambacche |
3 |
Esemplari spezzati (in situ) non ancora rilevati. |
Club Sommozzatori Bacchiglione (comunicazione personale) |
1982 |
La Cucca di |
1 |
Esemplare di m. 6.40 di lunghezza; m. 0.75 di larghezza
(fig. 4 e foto 2). |
Club Sommozzatori Bacchiglione 1983 |
1983 |
Montegalda |
1 |
Ancora in situ - non rilevato |
Club Sommozzatori Bacchiglione (comunicazione personale) |
Particolarmente interessante risulterebbe un monossile rinvenuto a Tencarola, a pochi chilometri da Padova che portava infissi dei chiodi di ferro e la sponda destra aveva un largo incastro tale da far pensare all'esistenza di una traversa per costruire una piroga doppia (PROSDOCIMI 1973) in quanto, in Italia, sarebbero solo tre le imbarcazioni di tale tipo note dalla letteratura (nota 8).
Tra tutti, due monossili di Selvazzano sono particolarmente significativi perché, grazie al restauro conservativo cui sono stati sottoposti, sono visibili nelle loro reali dimensioni. Lunghi rispettivamente nove e sedici metri (nota 9), anche se ambedue mancati di una estremità e con una circonferenza di oltre tre metri, rappresentano uno spettacolo davvero imponente e suggestivo tanto che ad essi è stata dedicata un'intera sala del nuovo Museo Civico di Padova. (Oggi si trovano al Castello di S. Martino della Vaneza a Cervarese S. Croce - PD)
Interessante e significativo anche il monossile di Cucca di Montegaldella (VI), perché completo di prua e poppa (Foto 2). E' stato rinvenuto (nota l0) in un'ansa del fiume alla profondità di tre metri (inclinato di 20° secondo l'asse longitudinale e con orientamento N350) quasi completamente libero dai sedimenti sabbiosi del fiume (Fig. 9).
In buono stato di conservazione in quanto aveva ceduto solo parte di una fiancata e vi era una fessura verso una estremità. L'imbarcazione è risultata lunga m. 6,4 con una larghezza massima al centro di m. 0,75, con sponde spesse 2-3 centimetri e con estremità asimmetriche.
|
|
|
|
Interessanti 13 pioli di legno confitti nel tronco in più punti. La presenza di tracce di catrame o pece fanno tuttavia pensare che possano essere serviti per occludere fori dovuti a noduli del legno stesso. (CLUB SOMMOZZATORI BACCHIGLIONE, 1983). Nessun dato dimensionale sui ritrovamenti di Trambacche. Due imbarcazioni sporgono dalla sponda destra, ad alcune centinaia di metri l'una dall'altra, e presentano l'estremità visibile spezzata; una terza monossile si trova, più a monte, rovesciata, sul fondo del fiume. Non conosciute anche le dimensioni di un ulteriore ritrovamento avvenuto nei pressi di Montegalda, esemplare ancora in posto, seminascosto da tronchi di alberi caduti e impigliati nel fondo del Bacchiglione. (N. PEZZATO, Club Sommozzatori Bacchiglione, comun. personale).
|
|
Clicca per proseguire con gli altri capitoli, relativamente a:
Brenta ad altre aree, ai materiali, età, conservazione, conclusioni
Note relative ai capitoli precedenti
(1) Vedi CORNAGGIA CASTIGLIONI, CALEGARI 1978- DA SCHIO, TREVISIOL PERIN 1947- BROGLIO, FASANI 1975. Nel lavoro di questi due ultimi autori sono anche prese in esame le problematiche relative ai vari insediamenti ed ai vari reperti rinvenuti fino al 1975 nella zona del lago; il tutto è completo con un'ampia bibliografia.
(2) « .. . si tratta complessivamente di 7 rilievi numerati dal Trevisiol stesso coi numeri 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9 (mancano evidentemente quelli corrispondenti ai numeri 5, 7) mentre il Perin (op. cit. pag. 245) dà invece notizia di sette monossili che numera 1, 2, 4, 6, 8, 9,10. I due elenchi non corrispondono perfettamente fra loro poiché la monossile indicata come n. 2 dal Perin è invece quella designata col n. 3 nei rilievi del Trevisiol.
Quanto al rilievo n. 2 di quest'ultimo esso manca fra le monossili elencate dal Perin; il quale ultimo elenca con il n. 10 una monossile, per cui non disponiamo del rilievo da parte del Trevisiol (CORNAGGIA CASTIGLIONI-CALEGARI op. cit. pag. 172).
(3) In BROGLIO, FASANI (op. cit. fig. 6 didascalia) si trova 84 centimetri come larghezza massima.
(4) R. BATTAGLIA (op. cit. pag. 111 fig. 30) riferisce una lunghezza di m. 8.70.
(5) «... Un'altra scoperta venne fatta nella Valle della Fontega, dove nella torbiera Rodella, alla profondità di m. 4.5 dalla superficie furono posti in luce 6 pali piantati verticalmente sulla creta bianca in modo da circoscrivere una superficie rettangolare... Poco distante dal manufatto... si rinvenne uno scheletro umano... A circa dieci metri di distanza da questo scheletro si scopersero i resti di una imbarcazione lunga m. 4.70, ridotta in così cattive condizioni di conservazione, che a malapena sono riuscito a ricavarne uno schizzo descrittivo». (Trevisiol op. cit. pag. 755-56).
(6) «... presso la riva destra del Bacchiglione, a grande profondità, in terreno torboso e ricco di resti fossili di bosco, fu trovata una piroga scavata in un tronco di quercia. La lavorazione testimonia l'uso di strumenti metallici: età del bronzo o inizio di quella del ferro». (Gasparotto op. cit. pag. 70).
«... nell'estate del 1950... a notevole profondità, otto o nove metri sotto il livello di campagna, numerosi tronchi d'albero caduti... e fra essi era venuto fuori un tronco scavato in cui tutti riconobbero un'imbarcazione. La scoperta avvenne fra Saccolongo e Selvazzano, presso Creola nel Bacchiglione». (Prosdocimi op. cit. pag. 38).
(7) «... presso la riva destra del fiume, nell'estate 1956 fu avvistata una piroga in tronco d'albero, del tipo di quelle di Saccolongo e Piazzola sul Brenta. Età del bronzo o inizio di quella del ferro: Euganei)>. (Gasparotto op. cit. pag. 70)
«Alla fine dell'agosto del 1972,in un'ansa del fiume nei pressi del ponte di Selvazzano,otto chilometri a nord-ovest di Padova... una delle piroghe si rivelò emergendo con la sua punta... Si osservò che la piroga affiorante, ricavata da un'unico tronco di rovere, era interrata sul fondo con un'inclinazione di circa 45°
La sorpresa fu che, appoggiata ad essa con una estremità, stava una seconda piroga emergente per circa otto metri dalla sabbia e 5 metri sott'acqua; qua e là altri frammenti~>. (Club Sommozzatori Padova, 1974).
(8) «... nell'estate del 1956 si scoprì un'altra grossa imbarcazione monoxila nel Bacchiglione tra Tencarola e Selvazzano, che presentava un aspetto che ci parve indizio di epoca più recente delle precedenti, per lo stato di conservazione del legno assai migliore. Nella barca erano infissi chiodi di ferro e la sponda destra, presso la prua presentava un largo incastro dove probabilmente era in origine inserito un elemento di congiunzione con un altro analogo scafo... Anche l'aspetto delle sponde molto grosse, ci parve indicare un periodo diverso e più tardo...».(Prosdocimi op. cit. pag. 38).
(9) Secondo il Club Sommozzatori Padova la lunghezza è di quasi 16 metri, secondo Prosdocimi (op. cit. pag. 36) quasi 17 metri, secondo Fogolari (op. cit. pag. 17) di 15 metri. Le misure riportate nel testo e nella tavola 2 si riferiscono ai dati tratti dal lavoro del Club Subacqueo da dove sono state riprese tutte le misure.
(10) Il monossile è stato rinvenuto dal sig. Nicolò Pezzato, segretario del Club Sommozzatori Bacchiglione di Padova durante una immersione. Segnalato alla Soprintendenza alle Antichità per il Veneto, il medesimo Club assieme al Sub San Marco di Venezia nell'estate del 1982 ha provveduto ad effettuare, in situ, il rilevamento subacqueo riportato. (purtroppo alcuni anni dopo Nicolò Pezzato è venuto a mancare in tragiche circostanze)
Clicca per proseguire con gli altri capitoli, relativamente a:
Brenta ad altre aree, ai materiali, età, conservazione, conclusioni
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
www.archeosub.it