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Il Progetto E-Robot: telerobotica via internet in Antartide
conferenza a cura dell'ing. Gianmarco Veruggio
Responsabile del Reparto Robotica dell'Istituto per l'Automazione Navale di Genova del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Genova 16 maggio 2002 - Palazzo Ducale
Si è concluso nel gennaio scorso l'esperimento base del progetto "E-Robot" recentemente condotto in Antartide. "Romeo", il prototipo di robot sottomarino progettato e sviluppato nei laboratori del CNR-IAN Robotlab di Genova ha esplorato con successo i fondali di Baia Terra Nova il tutto mentre veniva comandato a distanza.
Tutto è andato secondo programma. Romeo ha compiuto la sua missione in Antartide.
Lo scorso Dicembre, infatti, si è concluso positivamente l'esperimento più importante del progetto "E-Robot" che prevedeva appunto l'esplorazione dei fondali di Baia Terra Nova attraverso il comando a distanza di Romeo.
Romeo è un Sistema Robotico Intelligente per ambienti estremi, ovvero un prototipo di robot dotato di organi di senso, propulsione e manipolazione, in grado di operare in ambienti non strutturati caratterizzati da incertezza. E gli oceani, appunto, possono essere definiti come ambienti estremi. Le sue dimensioni sono di 90 X 90 X 130 cm, pesa 400 Kg ed è solitamente collegato al sistema di comando posizionato in superficie per mezzo di un cavo ombelicale a fibra ottica lungo circa 600 m.
La sua operatività in mare, infine, può raggiungere all'occorrenza i 500 metri di profondità.
La sua costruzione è avvenuta nel 1997 e lo stesso anno il robot ha partecipato alla sua prima missione, nell'oceano di Baia Nova in Antartide. Il suo compito era quello di raccogliere direttamente dal fondale dati, campioni e filmati per la XIII spedizione italiana del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide).
Lo sviluppo di robot come Romeo è molto importante, soprattutto perché esperimenti come questo dimostrano come "le macchine" possano sostituire, o integrare, il lavoro dell'uomo in situazioni estreme. Inoltre il controllo in remoto può permettere a tecnici, in quel momento distanti fisicamente dal luogo dove avviene l'operazione, di gestire e di controllare le fasi della missione stessa. Internet, d'altra parte, ha permesso e permetterà sempre più lo sviluppo di questo tipo di applicazioni non solo in quanto consentirà, come detto, di avere un robot telecomandato a distanza, ma anche perché aumenterà sempre più la facilità di collegare fra loro in rete un certo numero di robots che potranno così svolgere attività più complesse. Il tutto lavorando in maniera coordinata e cooperativa.
Ma è proprio sotto il profilo del controllo remoto che sono sorti i problemi maggiori durante l'esperimento di Baia Terra Nova. Infatti, perché la missione di Romeo andasse a buon fine, si è dovuto tener conto di problematiche sia correlate alle comunicazioni sia all'architettura di Romeo, nel dettaglio guida e controllo, che hanno dovuto preventivare possibili ritardi di trasmissione e di disturbi introdotti dal collegamento satellitare e dall'attuale scarsa affidabilità di Internet. Ed è proprio su questo punto che la ricerca deve fare il suo corso. Se infatti da un lato il diffondersi della fibra ottica permetterà senza dubbio di diminuire le inefficienze di Internet dall'altro il controllo via rete dei robots richiederà comunque prototipi sempre più autonomi, in grado di superare all'occorrenza ritardi e/o errori di trasmissione.
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