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I problemi di una nuova scienza
Inizia una panoramica sui principali problemi, tecnici e non, della Robotica marina, al fine di svelarne alcuni segreti e chiarirne le prospettive di breve/medio termine
di Gianmarco Veruggio
Responsabile del Reparto Robotica presso l'Istituto per l'Automazione Navale di Genova del Consiglio Nazionale delle Ricerche
pubblicata su "TECNOLOGIE TRASPORTI MARE" nel numero di gennaio-febbraio del 2000 pp 9-10
per gentile concessione dell'editore e del curatore della rubrica lo stesso Gianmarco Veruggio
Sempre più spesso compaiono sulle riviste di divulgazione scientifica, ma anche su quotidiani e periodici di costume, articoli aventi come soggetto problematiche robotiche. Il numero delle tematiche e estremamente ampio.
Si va dalle notizie sulle ultime realizzazioni robotiche spaziali, industriali o sottomarine ad articoli sull'intelligenza artificiale inseriti nel più ampio dibattito su cervello, mente e intelligenza.
Questo é un chiaro segnale di come la Robotica stia progressivamente entrando a far parte della nostra vita, con i suoi prodotti, e della nostra cultura, con il suo linguaggio e la sua visione del mondo. Il rovescio della medaglia e che, a causa della vastità e complessità della materia e della sua novità, il livello di conoscenza che se ne ha al di fuori della cerchia degli specialisti é ancora piuttosto basso e spesso ciò che si legge non solo non aiuta a capire ma contribuisce ad aumentare la confusione su cosa sia la Robotica e su cosa i robot potranno ragionevolmente fare per rendersi utili all'umanità nei prossimi decenni.
Inoltre la legge dello scoop giornalistico determina spesso il prevalere di notizie strillate alla ricerca dell'evento eccezionale, senza troppo curarsi della verosimiglianza di quanto riportato. Ma non e solo colpa dei giornalisti: I'altrettanto dura legge del mercato e della competizione per i finanziamenti della ricerca, genera spesso la sopravvalutazione dei risultati intermedi e la promessa di imminenti realizzazioni miracolistiche. Parlare di mistificazione é forse azzardato, ma che cosa pensare di fronte all'attuale comparire di notizie e reportage su ipotetici robot in grado di provare emozioni?
Ed allora ecco la necessita di riportare i toni su livelli più realistici e più consoni ad un ambiente, come quello marino, dove una tecnologia per affermarsi deve innanzitutto dimostrare di funzionare e di saper risolvere i problemi quotidiani del lavoro in mare. Ed i problemi sono molti, da quelli tecnologici, comuni a tutte le apparecchiature destinate ad operare in profondità, a quelli robotici legati cioè al tentativo di costruire macchine intelligenti, capaci di percepire ed agire nell'ambiente sottomarino che, come vedremo, può a ragione essere considerato l'ambiente estremo in cui deve operare un robot.
Un robot e quindi innanzitutto una macchina estremamente complessa costituita da molti sottosistemi ed apparati dedicati a svolgere determinate funzioni nell'ambito delle specifiche di missione per cui e stata progettata. Il primo e più ovvio sottosistema é il veicolo, cioè la parte naval-meccanica del problema, che deve essere in grado di navigare con l'efficienza e la precisione di un mini-sommergibile. Al pari di una nave sara dotato di un sistema di propulsione, di apparati di navigazione e di sistemi per la gestione dell'energia, delle comunicazioni e di quant'altro necessario all'esecuzione della missione, secondo i dettami classici della automazione di bordo. Ma soprattutto dovra essere dotato di un sistema di controllo intelligente che gli permetta di operare in modo autonomo o semi-autonomo, cioe senza la diretta supervisione dell'operatore umano.
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E' chiaramente questa la parte piu innovativa e complessa del problema, quella in grado di differenziare un robot da un ROV e quella alla base del dibattito sull'intelligenza artificiale che ha contrassegnato gli ultimi cinquant'anni.
Se infatti non e facile definire l'intelligenza biologica, compenetrati come siamo di problemi morali e religiosi, ancora piu difficile e replicarla ingegneristicamente in una macchina computazionale come é in definitiva un qualsiasi sistema di controllo.
E' per questo che l'approccio top-down, tipico della scuola dell'lntelligenza Artificiale, volto a simulare le funzioni più elevate dell'intelligenza umana mediante programmi sempre piu complessi che girano su calcolatori sempre piu grandi e veloci, è destinato a sfociare in querelle di stampo filosofico o linguistico, più adatte alle sale convegni che al ponte di una nave.
Molto piu pragmatico l'approccio bottom-up che, senza preoccuparsi di definire cosa sia llintelligenza, cerca di implementare nel sistema di controllo funzioni autonome di complessità sempre crescente, secondo uno schema che ricalca in parte quello dell'evoluzione biologica, dagli organismi piu semplici agli animali piu evoluti, ed in parte la struttura funzionale di questi, costituiti da una molteplicita di sistemi interdipendenti (sistema scheletrico, cardiovascolare, nervoso) a loro volta costituiti da sottosistemi specializzati (corteccial sistema visivo, vestibolare, olfattivo, ecc.).
In particolare nello studio dei robot sottomarini e inevitabile prendere a modello gli animali che si sono evoluti con successo nel mare (molluschi, pesci, cetacei), che non saranno forse in grado di competere con l'uomo in una partita a scacchi, ma che sono in grado di elaborare azioni di notevole complessita finalizzate al successo di se stessi come individui e della propria specie biologica.
Vediamo allora quali siano i problemi che affronta un robot in mare e quali le funzioni che deve svolgere e gli apparati di cui deve essere dotato. Analogamente a quanto avviene per la navigazione di superficie, tra i problemi da affrontare spicca quello della conoscenza dell'ambiente e della propria posizione rispetto ad esso. E' però reso assai più complesso dall'aggiunta della terza dimensione (la profondità) e dalla ridottissima propagazione delle onde elettromagnetiche sott'acqua (che riduce la visibilità e ci priva di radio, radar, GPS). Il risultato é che non disponiamo di mappe batimetriche sufficientemente accurate e con una risoluzione idonea ad una navigazione ravvicinata al fondale e che é estremamente difficile calcolare con precisione la posi-zione geografica assoluta di un veicolo sottomarino.
Tutto questo ci conduce a studiare sistemi di percezione e localizzazione basati sugli ultrasuoni al fine di sviluppare sistemi di navigazione acustica che permettano al nostro robot di agire con precisione e sicurezza anche in un ambiente parzialmente sconosciuto a priori e variabile nel tempo come e tipicamente lo scenario operativo in cui si svolgera la missione.
Vedremo inoltre come la visione artificiale, che pure non ha sott'acqua le potenzialita che ha in aria, puo svolgere un ruolo importante nelle manovre piu delicate in prossimita di strutture fisse o per identificare animali od oggetti. E' infatti evidente che, quando l'affidabilita dei singoli sensi é ridotta, un notevole aiuto puo venire dalle tecniche cosiddette di fusione sensoriale che confrontando e pesando diversi strumenti calcolano un dato stimato con affidabilita superiore a quella dei singoli dati di partenza.
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Questo ci richiama al problema dell'affidabilita e dell'immunita ai guasti di sistemi cosi complessi, che si affronta sia con la ridondanza degli apparati che con tecniche di rivelazione dei guasti.
A gestire sia il robot, visto come impianto, che l'esecuzione della missione sono demandati ulteriori livelli gerarchici di supervisione, in grado di gestire la base dati che contiene la conoscenza del mondo e implementare funzioni avanzate come apprendimento e pianificazione.
Vi sono poi importanti sottosistemi accessori, destinati a dare al robot la capacita di interagire con l'ambiente, tra quali spicca per importanza e per complessita lo svilupo di sistemi di manipolazione costituiti da braccia robotiche ed altri utensili specializzati.
Da ultimo occorre ricordare il problema della inter faccia operatore che permette all'uomo di programmare la missione, interagendo con il robot a vari livelli, dal piu avanzato e simbolico a quello piu diretto e manuale. utile per esempio in caso di emergenza.
Appare evidente che un problema non secondario e la progettazione e lo sviluppo di un sistema di tale complessita.
La soluzione é la modularita, sia hardware che software, di tutto il sistema, realizzato mediante una architettura di controllo distriibuita e facendo un uso estensivo di tecniche di simulazione.
Di volta in volta sceglieremo un problema e ne approfondiremo l'importanza nel piu generale contesto della Robotica, esaminandone sia gli aspetti teorici che quelli pratici e vedendone le possibili soluzioni. Per rendere l'esposizione il piu possibile comprensibile ci riferiremo, quando possibile, ad esempi pratici, attingendo a piene mani dall~esperienza sperimentale del Reparto Robotica del CNR-IAN ed utilizzando il prototipo Romeo come laboratorio didattico e divulgativo.
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