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Nuovi robot alla conquista del mare
Crescono le applicazioni robotiche dedicate all'esecuzione di lavori in mare
di Gianmarco Veruggio
Responsabile del Reparto Robotica presso l'Istituto per l'Automazione Navale di Genova del Consiglio Nazionale delle Ricerche
pubblicata su "TECNOLOGIE TRASPORTI MARE" nel numero di gennaio-febbraio del 2000
per gentile concessione dell'editore e del curatore della rubrica lo stesso Gianmarco Veruggio
Come detto nell'editoriale di dicembre, la Robotica, come e più dell'Automazione di cui e la naturale evoluzione, e destinata nel prossimo futuro a modificare notevolmente il modo di lavorare in mare. Questo avrà importanti ricadute economiche, produttive e sociali che potremmo classificare in tre grandi temi: nuove tecnologie industriali, nuovi settori applicativi, nuove professioni. Scopo di questo osservatorio sarà pertanto quello di seguire il progressivo sviluppo del settore, illustrandone le più recenti realizzazioni ed i loro successi o fallimenti da un punto di vista prevalentemente applicativo.
E una realtà in rapida crescita, trascinata dalla sempre maggiore diffusione di macchine da lavoro nel settore dell'offshore. Si tratta per lo più di ROV (Remotely Operated Vehicle) ancora piuttosto primitivi dal punto di vista robotico, pero già in grado di svolgere una notevole mole di lavoro, in modo più efficiente e meno rischioso rispetto agli operatori subacquei, ed anche di compiere operazioni altrimenti impossibili a causa della profondità o delle proibitive condizioni operative.
Di pari passo con la progressiva diffusione dei ROV assistiamo ad una crescita del mercato della componentistica specializzata, sempre più raffinata ed a costi sempre più accessibili. Si va dai costruttori di parti meccaniche che soddisfano le specifiche della tecnologia iperbarica (contenitori stagni, propulsori idraulici od elettrici, cavi, connettori) ai produttori di sensori (acustici, ottici, chimici, fisici). E cresce anche il numero delle aziende specializzate in sottosistemi di particolare complessità come i sistemi di posizionamento acustico, le braccia robotiche od altri utensili dedicati in grado di compiere sott'acqua compiti complessi con notevole precisione.
La situazione italiana nel settore non e particolarmente soddisfacente. Chi voglia costruire un robot sottomarino in Italia deve acquistare la maggior parte della componentistica all'estero, in particolare Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Norvegia e Francia. E strano che un paese con una così grande tradizione marinara e sottomarina abbia quasi completamente abdicato a svolgere un ruolo significativo nel settore delle tecnologie sottomarine, e non credo che sia soltanto una conseguenza delI'ultimo conflitto mondiale, se e vero che l'ltalia, e la Liguria in particolare, é invece all'avanguardia nella produzione di attrezzature subacquee. Proprio questo ritardo lascia pero intravedere notevoli potenzialita di sviluppo in un prossimo futuro per chi sapra approfittarne ed investirà in un settore di sicura crescita.
Data la gioventù del settore la standardizzazione e ancora bassa per cui si trovano macchine prodotte da semplici assemblatori di componenti commerciali ma anche sofisticati prototipi contenenti soluzioni innovative ed in gran parte sperimentali. Proprio al fine di orientarsi in un settore così vitale prenderemo lo spunto, mese dopo mese, da quelle applicazioni che abbiano superato la fase teorica e siano scese in mare insegnando qualcosa, in positivo o in negativo, ai progettisti e agli utenti. Cercheremo cioè di raccontare le imprese più significative, sia perché realizzano progressi tecnici e stabiliscono nuovi standard, sia perché conseguono importanti e spettacolari risultati operativi, in grado di fare presa sul grande pubblico ed aumentare l'interesse per l'attività sottomarina.
Da questo punto di vista sarà interessante vedere quali sono le realizzazioni più avanzate nei laboratori di ricerca di tutto il mondo, per capire quali sono i problemi più caldi su cui si stanno concentrando gli sforzi dei ricercatori e i finanziamenti dei governi. Vedremo così, tra gli altri, cosa bolle in pentola al WHOI (Wood's Hole Oceanographic Institution) che grazie al Jason, utilizzato da Robert Ballard per le sue esplorazioni, ha contribuito a rendere popolare il settore, ma vedremo anche l'attività di Ifremer che ha appena messo in operazione Victor, il nuovo ROV da 6000 metri. E non trascureremo di parlare delle future missioni di Romeo, il prototipo del CNR-IAN, che grazie all'attività in Antartide ha saputo conquistarsi sul campo una solida credibilità internazionale
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