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ROMA SUL DANUBIO. DA AQUILEIA A CARNUMTUM LUNGO LA VIA DELL'AMBRA

Castello di Udine  - 15 ottobre - fine marzo 2003 

 

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Dal 15 ottobre 2002 a fine marzo 2003 il Castello di Udine ospita una grande mostra archeologica sui rapporti tra l'area altoadriatica e la zona mediodanubiana, sintetizzati nelle città di Aquileia (dalla fine del III secolo capitale della Venetia et Histria) e Carnuntum (dal II secolo capitale della Pannonia Superior).

Lo storico romano Velleio Patercolo menziona la spedizione di Tiberio condotta nel 6 d. C.contro i Marcomanni, che prese le mosse da Carnuntum. E' la prima menzione storica di Carnuntum.

Nell'attuale Friuli si succedettero e in parte convissero, Veneti e Celti, prima dell'arrivo dei Romani &endash; nel 181 a. C. - e le loro culture interagirono a lungo con quella romana, che i monumenti scritti, figurati, architettonici etc. hanno tramandato a noi come preponderante.

Gli abitanti di Carnuntum preromana erano i celti Boi. I Boi, scesi in Italia settentrionale nel IV secolo a. C., avevano il loro centro a Bononia (=Bologna). Espulsi nel 189 a. C. dai Romani si stabilirono sul Danubio, accanto ai Taurisci, insediati soprattutto in Carinzia e in Slovenia.

A partire dall'epoca augustea alcune tombe documentano la presenza di Germani a nord del Danubio, di fronte a Carnuntum. Furono gli antenati di quei Marcomanni che specialmente dal II secolo d. C. avrebbero causato tanti guai ai Romani. La compresenza di oggetti propriamente germanici e tipicamente romani nei corredi tombali dimostra da un alto la forza economica e il prestigio sociale del modello di vita romano, che molto presto si impose anche oltre il Danubio, e dall'altro la grande ricettività dello strato più alto della società germanica, pronto ad accogliere gli elementi sentiti come superiori o di maggior prestigio.

Il grande momento di Carnuntum è l'ultimo terzo del II secolo d. C. quando Marco Aurelio vi risiedette per alcuni anni, impegnato nel suo quartier generale nelle guerre contro i Marcomanni. Costoro infatti, insieme con altre popolazioni della sponda settentrionale del Danubio, erano scesi in Italia settentrionale, mentre la gran parte dell'esercito romano, con l'altro imperatore Lucio Vero combatteva in Siria contro i Parti e la difesa del confine era indebolita.

L'incursione dei Quadi e dei Marcomanni &endash; tra 167 e 170 &endash; apparve gravissima e fece risolvere l'imperatore Marco Aurelio a muovere con il fratello verso il Danubio. Una tappa, forse anche di qualche mese, si ebbe ad Aquileia, ove era scoppiata la peste, per contrastare la quale fu chiamato dallo stesso imperatore il grandissimo medico greco Galeno, che era stato il medico dell'alta società della città di Roma. Sappiamo di altri medici presenti allora ad Aquileia e ivi morti, forse per la stessa peste. Marco Aurelio rimase per otto anni (compresi gli anni della partenza e dell'arrivo) lontano da Roma. Almeno un libro dei "Colloqui con se stesso", diario spirituale in greco dell'imperatore-filosofo, fu stilato a Carnuntum, come egli stesso annota.

Le tarde biografie di Lucio Vero e di Marco Aurelio dicono che per il timore della pestilenza si rivolsero preghiere a tutte le divinità. Tra i sacerdoti di quel periodo vi fu l'egiziano Arnoufis, che un'iscrizione dice attivo nell'Iseo di Aquileia e che seguì Marco Aurelio a Carnuntum ove provocò il celebre miracolo della pioggia, raffigurato in cima alla colonna Antonina, a Roma.

Le vittorie di Marco Aurelio si conclusero con il suo trionfo. Chi ha visto il film "Il gladiatore" conosce bene, fin dalla prima scena, il contesto in cui gli avvenimenti ebbero luogo.

Nel corso del III secolo come ad Aquileia vi fu un imperatore "aquileiese", quel Marco Aurelio Quintillo fratello di Claudio II il Gotico che regnò nel settembre del 270, così a Carnuntum nel 260 - 261 vi fu l'effimero regno &endash; che durò solo poche settimane - di Regaliano e Driantilla, di cui ci rimangono alcune monete riconiate su quelle correnti in una improvvisata zecca locale.

Nell'autunno del 308 vi fu un importante incontro di vertice a Carnuntum tra Diocleziano, Massimino e Galerio, nel corso del quale Massenzio &endash; figlio di Massimiano - fu dichiarato nemico pubblico. Di esso rimane a Carnuntum un altare votivo, dedicato a Mitra ove si allude anche a interventi in un mitreo. Nel IV secolo si ricorda a Carnuntum la costruzione del famoso "Heidentor" o Porta dei Pagani a opera di Costanzo II. Il monumento, variamente interpretato e datato fino agli ultimi e recenti scavi condotti da Werner Jobst, che attirò l'attenzione di viaggiatori ed eruditi fin dal Rinascimento e che ancor oggi costituisce una sorta di simbolo araldico di Carnuntum.

* * * *

La mostra esprime l'attenzione per i rapporti tra l'area altoadriatica e l'area mediodanubiana, propria dell'Italia nordorientale. La zona è marginale rispetto al resto d'Italia, ma centrale per gli scambi con i territori oltre le Alpi, posta com'è al terminale delle rotte marittime che qui giungevano dal Mediterraneo orientale, lungo l'Adriatico.

Il catalogo della mostra, cui hanno contribuito numerosi studiosi italiani, austriaci, cechi, ungheresi e slovacchi, è un'opera del tutto nuova in Italia e per impostazione e per l'area considerata e per le considerevoli novità scientifiche che contiene.

Il percorso della mostra vuole rendere evidente l'importanza dell'elemento militare, sia per la diffusione del modello di vita romana nell'area mediodanubiana &endash; con tutte le conseguenze di carattere anche religioso che ciò comporta. Per quanto riguarda Aquileia si è data grande importanza alla valorizzazione dei militaria, che documentano la grande importanza dell'elemento militare nella stessa città altoadriatica. Ciò appare di per sé un elemento di novità nella cultura italiana, da secoli attenta più alle testimonianze scritte che ai così detti "Kleinfunde" o piccoli rinvenimenti che possono offrire informazioni di prima mano.

Tra gli oggetti presenti in mostra vanno segnalati due rinvenimenti aquileiesi che all'inizio dell'Ottocento passarono alle collezioni imperiali e si trovano ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Una è la famosissima patera d'argento dorato realizzata ad Alessandria nel 34 a. C. allorché Antonio e Cleopatra, rinnovando il mito di Iside, ne fecero un elemento di collegamento tra Oriente e Occidente, come il loro regno &endash; effimero &endash; intendeva. L'altro è il celeberrimo rilievo di Mitra che uccide il toro &endash; forse il più bello in assoluto in questa classe di materiali.

Non mancano altri elementi spettacolari riferiti al mondo militare e all'ambiente dei culti romani, tra cui lo straordinario corredo funerario di un re dei Germani, da Mu_ov (Rep. Ceca), con poco meno di duecento oggetti d'oro, d'argento, in bronzo, in vetro etc. presente per la prima volta in Italia.

In mostra sono presenti anche numerosi rilievi e iscrizioni, come il complesso rinvenuto nel Nemeseum di Carnuntum. L'esposizione si conclude con gli oggetti germanici del V secolo e quello slavi del VII rinvenuti presso Carnuntum.

Per informazioni, prenotazioni, visite guidate etc. 0432 271591 oppure 0432 502872, fax 0432 501681.

Maurizio Buora

 

 

 

 

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