|
NEWS 04-11
Notizie ed avvenimenti di novembre 2004
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Per segnalazioni e commenti: venezia @ archeosub.it, per informazioni info@archeosub.it
VENEZIA: Venezia 'porta d'Oriente", punto di incontro di culture diverse (28.11.04)
Una trentina di progetti di scavo e di studio, in Italia e soprattutto all'estero, dove si privilegia proprio l'Oriente, dal Mediterraneo al cuore dell'Asia a cura del Dipartimento di Scienze dell'Antichità e del Vicino Oriente di Ca' Foscari.
Per quanto riguarda Venezia e l'Alto Adriatico e l'archeologia subacquea essi sono:
ALTINO (Annapaola Zaccaria)
Scavo-scuola. Esperienza didattica per gli studenti che hanno potuto così completare la loro formazione con la verifica sul campo delle teorie apprese in aula o sui manuali, e hanno potuto apprendere le procedure più corrette e aggiornate dello scavo stratigrafico e la relativa elaborazione della documentazione di scavo. Archeologia classica
ISOLA DI SAN GIACOMO IN PALUDO (Sauro Gelichi)
Nell'ambito del progetto ministeriale di recupero e riqualificazione delle isole della laguna veneta, scavo dell'ospizio medievale per i pellegrini, quindi monastero femminile, nell'Ottocento usato come polveriera fino a essere base militare dell'esercito. Archeologia medievale
LAGUNA DI VENEZIA (Sauro Gelichi)
Laboratorio di studio e configurazione di un "modello" operativo per la realizzazione della Carta di Rischio archeologico di Venezia, tra metodologie acquisite e specificità del territorio lagunare. Gis territoriale
PUNTA TAGLIAMENTO (Carlo Beltrame)
Progetto di indagine e scavo archeologico sottomarino del relitto del brick napoleonico Mercure affondato nel tratto di mare Adriatico al largo di Punta Tagliamento, con recupero di alcune carronate. Archeologia marittima
GNALIC, CROAZIA (Sauro Gelichi, Carlo Beltrame)
Scavo sottomarino sul relitto di una nave da carico veneziana cinquecentesca affondata al largo di Gnalic, non lontano da Biograd (Zara vecchia), nell'ambito del progetto europeo "L'eredità della Serenissima". Archeologia medievale, archeologia marittima
(Fonte: Il Gazzettino )
|
www.archeosub.it
VENEZIA: si cerca materiale per un museo aeronautico con archivio storico (28.11.04)
La basilica dei Santi Giovanni e Paolo, con all'interno una statua bronzea della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori, ha ospitato il raduno della sezione provinciale dell'associazione Arma Aeronautica.
"Venezia, ha spiegato il presidente Murgia, detiene un passato glorioso che mi piacerebbe fosse riscoperto. Il prossimo progetto sarà un piccolo museo con ricco archivio storico, per il quale da tempo raccogliamo materiale: per cui rinnovo l'invito a tutti nell'inviare berretti, medaglie, modelli di aerei o altro ancora".
Dell'archivio farà sicuramente parte anche il prezioso modello di aereo S-79 donato da Umberto Campi, componente del direttivo, nel quale sono state riprodotte fedelmente le sfumature mimetiche con riflessi marini, ideato all'epoca (nel 1942) per i voli a bassa quota.
|
www.archeosub.it
ROMA: un robot per salvare materiali artistici (22.11.2004)
Frutto di una partnership fra Cnr e Università "La Sapienza" di Roma
Presentata al Consiglio Nazionale delle Ricerche ProFiler, l'apparecchiatura in grado di valutare lo stato di salute di affreschi, sculture, ma anche di libri, papiri e pergamene, con un sistema simile alla risonanza magnetica utilizzata in chimica e medicina.
In un'apparecchiatura portatile di poco più di circa quindici chili di peso, battezzata ProFiler e messa a punto da una partnership composta da ricercatori del Cnr, dell'Università "La Sapienza" di Roma e dalla società Bruker, leader mondiale nel campo della produzione di spettrometri a risonanza magnetica, risiede la chiave per salvare in tempo migliaia di affreschi e libri antichi. Ciò grazie al progetto Eureka Mouse che utilizza la risonanza magnetica, abitualmente applicata nella chimica e nella medicina, per diagnosticare lo stato di conservazione dei beni culturali e in particolare di affreschi e materiali cartacei antichi, quali papiri, pergamene, manoscritti.
Presentata oggi al Cnr nel corso del convegno su La cooperazione scientifica e tecnologica con i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, l'apparecchiatura &endash; frutto di un progetto Eureka avviato 10 anni fa ed entrato nella fase operativa 4 anni fa - è di dimensioni ridotte ed è già stata sperimentata con successo sugli affreschi della casa del Vasari, sull'affresco del Cripto Portico del Colle Oppio, sulle Mura Aureliane e su libri e carte antiche a diverso stato di degrado.
"Il patrimonio cartaceo e pittorico potrà da oggi contare su una nuova tecnica diagnostica" spiega Anna Laura Segre, dirigente di ricerca dell'Istituto di metodologie chimiche del Cnr di Roma, che ha partecipato alla progettazione dello strumento. L'apparecchio, in commercio da pochi giorni, ha già riscosso notevole interesse fra gli addetti ai lavori, sia per la molteplicità di applicazioni e la facilità di utilizzo, sia per l'accessibilità del prezzo, intorno ai 50mila euro.
"Applicata su documenti in carta, sui papiri e sugli affreschi", prosegue la ricercatrice del Cnr, "questa metodologia è basata sull'utilizzo dell'Eureka-Mouse: completamente innocua, non ionizzante, non invasiva e non distruttiva, è capace di sostituirsi gradualmente a quelle tecniche che richiedono operazioni spesso rischiose per l'integrità dell'opera, come per esempio il carotaggio, una sorta di biopsia dell'opera pittorica o cartacea da restaurare. In pratica, per valutare lo stato di salute di un'opera d'arte non sarà più necessario prelevare un campione, ma basterà eseguire una "risonanza magnetica" proprio come avviene in chimica e medicina".
L'Eureka-Mouse, che dispone anche di una versione robotizzata, è dotato di un magnete più sensore del peso di circa un chilo, di strumentazione elettronica, contenuta interamente in una valigetta trasportabile, e di un computer portatile. Il sensore viene posto vicino alla parete di un affresco, su un semplice cavalletto come quello usato dai fotografi e ne misura il grado di umidità, spingendosi fino a 7 millimetri di profondità. Evidenzia il distacco ed eventualmente la porosità, e valuta anche gli effetti successivi dei trattamenti di restauro. Sulla carta e in generale nei materiali cellulosici misura il contenuto di acqua e valori chimico-fisici da cui si può dedurre il degrado.
ProFiler non è che il capostipite di una serie di progetti che vedranno la luce nel breve periodo, nell'ambito del VI programma quadro della UE. Un primo programma, denominato Papertech, coordinato da Ezio Martuscelli, direttore della sezione "Mediterraneo e Medio Oriente" del Cnr, e inserito nel network Euro-Mediterraneo, sarà condotto in collaborazione con altri paesi dell'Unione Europea e finalizzato alla applicazione di processi e materiali innovativi per la conservazione di quei beni culturali che sono costituiti da fibre naturali, quali tessuti, miniature, libri, papiri e pergamene.
Un secondo programma, denominato Eu-Art-tech, guidato dall'Università di Perugia, sarà dedicato, invece, agli affreschi, alle opere murarie e alle pietre e vedrà il coinvolgimento del Louvre di Parigi.
"L'impegno del Cnr sul fronte dei beni culturali, conclude Anna Laura Segre "è ora quello di far partire un nuovo progetto sul consolidamento di muri e pietre porose mediante nuovi materiali : il tutto verrà utilizzato per il recupero del patrimonio culturale.
Per informazioni: Anna Laura Segre, Istituto di metodologie chimiche del Cnr, tel. 06-90672385
(Fonte: Ufficio stampa CNR)
|
www.archeosub.it
VENEZIA: un progetto per il recupero delle antiche cisterne veneziane (17.11.04)
In molti campi veneziani, e soprattutto nelle corti, pubbliche e private c'è, al centro, una vera da pozzo con, spesso, attorno, un grande quadrato, segnato sovente al suolo da una fascia di bianca pietra d'Istria, ai cui quattro vertici sono poste delle lastre forate.
Questa è una cisterna, per la raccolta e la filtratura dell'acqua piovana.
Il catasto austriaco ne aveva censite circa 7000 nel 1858 in città; queste erano capaci di raccogliere annualmente 450.000 metri cubi d'acqua, un quantitativo che, ai livelli dei consumi d'oggi, potrebbe soddisfare le esigenze idriche domestiche annue di 6.700 abitanti.
Ora il Comune vuol avviare il progetto "Venezia: nuova vita per le vecchie cisterne".
La prima fase del progetto, relativa al restauro della cisterna del Museo civico di Storia Naturale di Venezia, è stata presentata al 3' Forum Mondiale dell'Acqua di Kyoto nel marzo del 2003.
L'acqua piovana raccolta può essere impiegata, come previsto nel Museo di Storia Naturale, per usi non alimentari o igienici, alimentando le cassette dei w.c., irrigando con sistemi fissi - le piante di giardini e balconi, riempiendo serbatoi di reti antincendio e per il lavaggio della pavimentazione stradale".
Per stimare i costi dell'eventuale restauro e dell' adeguamento funzionale per ripristinare l'uso delle cisterne, si è deciso di restaurarne una, quella nelle corte del Museo di Scienze Naturali, già Fondaco dei Turchi.
Se il restauro sperimentale della cisterna avrà successo, anche dal punto di vista dei costi, si potranno diffondere i risultati della ricerca in città, promuovendo l'intervento pubblico e privato, anche con finanziamenti di Legge Speciale".
(Fonte: il Gazzettino)
|
www.archeosub.it
TUNISIA: Golfo della Sirte, scoperto il relitto dell'inrociatore italiano Diaz silurato nel 1941 (11.11.2004)
Un pescatore di Lampedusa fa scoprire il relitto ed i subacquei si immergono per conto della rivista "Focus fotografando la nave che custodisce ancora i resti di 464 marinai
L'incrociatore Armando Diaz fu varato nel 1932. Lunghezza 169,3 metri, larghezza 15,5, peso 6710 ton, velocità 36,5 nodi. equipaggio 507 uomini.
Doveva scortare il naviglio mercantile con l'avanguardia dell'Afrika Korps. Una missione di routine ma ad altissimo riscbio: gli inglesi erano sempre in agguato nel Canale di Sicilia. Notte e giorno si scrutava l'orizzonte, temendo i sottomarini o gli aerei nemici. Che agivano a colpo sicuro: i nostri ammiragli non sapevano che Londra decifrava le comunicazioni della marina tedesca e quindi anticipava ogni mossa dell'Asse nel Mediterraneo.
Il 25 febbraio 1941 un sommergibile britannico lo centrò con due siluri che fecero esplodere i depositi di munizioni. In soli sei minuti tutto fu finito. Vennero salvati 147 marinai.
Da allora di quella nave non si è più saputo nulla. Un mistero lungo 63 anni. Finché nello scorso luglio un team di subacquei della spedizione "Mizar 4» è riuscito a individuare i resti dell'Armando Diaz.
Un'esplorazione difficile, tra improvvise tempeste e correnti raccontata poi in esclusiva su Focus.
Si vedono ancora le tracce delle terribili esplosioni. Trenta metri di nave sono stati polverizzati: la prua si è staccata dal resto dello scafo e giace a 400 metri di distanza con i pezzi binati da 152 mm sparpagliati nei fondali
Lo sacfo è appoggiato sul fondo inclinato di 60°.
Le torri dei cannoni avevani ancora i portelli corazzati chiusi. Anche la plancia di direzione era chiusa con i vetri blindati al loro posto: alcuni corpi dei marinai sono ancora racchiusi all'interno.
Il Canale di Sicilia, del resto, è un vero cimitero di navi: ben 277 sono state affondate solo nei tre anni della guerra
(Fonte: Corriere della sera)
|
www.archeosub.it
ISOLA DI CAPRAIA (LI): scoperto un relitto etrusco ed uno romano (10.11.2004)
Scoperti due antichi relitti: una nave etrusca e una romana a 30 metri di profonditin un tratto di mare a 300m tra l'isola di Capraia e lo scoglio delle formiche.
Due navi lunghe 15-18 metri, adagiate su un fondale tra 25 e 35 metri. Trasportavano merci, probabilmente da le isole Baleari o dalla Spagna. Vari reperti sono sparsi sul fondo in direzione nordovest-sudest
La scoperta è avvenuta circa un mese fa quando la Guardia costiera ha sorpreso due subacquei nella zona e ha sequestrato un sacco peno di reperti
Ora si tratterà di avviare una campagna di scavi subacquei, tra 20 e 30 metri di profondità. che potrebbe dare risultati importanti perché a differenza di tanti altri relitti questi due, delle Formiche di Capraia sembrerebbero quasi vergini da vandalismi e da disastri delle reti a strascico.
Forse è anche il momento di concretizzare quel museo nun ufficiale ma che custodisce anche uno scheletro e armi di un guerriero longobardo, una venere acefala di bella fattura e centinaia di reperti più modesti, ma che raccontano la tragica canzone di centinaia di naufragi.
(Fonte: Nazione Toscana e Liguria)
|
www.archeosub.it
MARSALA (TP):Il relitto punico del Baglio Anselmi sarà visibile con ingressi limitati (8.11.2004)
E' il fiore all'occhiello del Museo archeologico regionale di Baglio Anselmi e fonte di richiamo per migliaia di turisti.
L'unico esemplare di nave punica recuperato in buone condizioni dal mare. Una «liburna» scoperta nel 1971 dal capitano Bonini sui bassi fondali sabbiosi di fronte a Punta d'Alga e recuperata tre anni dopo dall'archeologa inglese Honor Frost.
Sono ormai trent'anni, dunque, che il prezioso reperto è stato restituito all'attenzione degli studiosi e turisti.
Questi ultimi l'avevano potuta ammirare attraverso le piccole finestre in plastica trasparente del grande telo che la ricopriva.
Una protezione ritenuta necessaria per evitare che il contatto con l'aria, l'umidità e gli sbalzi di temperatura la potessero danneggiare.
Adesso la Nave Punica può essere ammirata tutti i giorni ma solo dalle 9 alle 13.30, nonché il mercoledì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 16 alle 19. La mancanza di personale addetto al museo non consente di più.
(Fonte: La Sicilia)
|
www.archeosub.it
GRADO (UD): finanziamenti per il relitto Julia Felix dal gioco del Lotto (8.11.2004)
Oltre 1,8 milioni di euro, in tre anni, dal gioco del Lotto al Friuli Venezia Giulia per la tutela del patrimonio culturale, a partire dal completamento del restauro della nave romana Iulia Felix, recuperata nelle acque di Grado (Gorizia) alla quale sono stati destinati 1,1 milioni di euro.
L'assegnazione dei fondi è stata prevista nell'ambito del programma triennale 2004-2006 del piano del Lotto, che costituisce - ha evidenziato il ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani - il più importante stanziamento destinato ad interventi di restauro e ad attività culturali del prossimo triennio (332 milioni di euro in tre anni in Italia).
«Per il Friuli Venezia Giulia - ha sottolineato Urbani - sono stati stanziati 1.862.438,52 euro, di cui 1.154.811,69 per la prosecuzione del restauro e il consolidamento dei legni della nave romana Iulia Felix e l'allestimento del Museo dell'archeologia subacquea di Grado». «Credo sia essenziale - è proseguito il ministro Urbani - conservare il nostro patrimonio storico artistico, che è uno degli elementi caratteristici della nostra identità nazionale.
Dobbiamo puntare sull'arte e sulla cultura per migliorare non solo la qualità della vita sul nostro territorio, ma anche - ha concluso - affermare un modello veramente italiano di sviluppo fondato sulla cultura, sul turismo, sull'artigianato e sui servizi».
"Iulia Felix" potrà così essere completamente assicurata contro le intemperie del tempo, dopo esser stata per circa millesetecento anni conservata nelle acque del mare Adriatico
Il relitto della nave romana era stato scoperto al largo di Grado nel 1987. Si trattava di un'imbarcazione della metà del II sec. dopo Cristo.
Lunga 16,5 metri, era stata scoperta nel 1987 da un pescatore di Marano Lagunare a 15 metri di profondità, sei miglia al largo di Grado, quasi completamente coperta dalla sabbia.
Dopo anni di studi e di ricerche e il recupero di tutto il carico (anfore di vari tipi, una botte lignea con cocci di vetro) era stata riportata a galla nel 1999, per essere poi conservata, in una grande vasca del nascituro museo archeologico. Sotto il suo scafo, durante le operazioni di recupero, erano stati trovati nuovi reperti, destinati a fare la gioia degli studiosi di archeologia e del passato della zona, che trovava il centro nell'allora porto di Aquileia.
(Fonte: Ministero Beni Culturali - Daniele Ciocchetti - mod.)
|
www.archeosub.it
PALERMO: la prima Soprintendenza del Mare d'Italia (03.11.2004)
Si illustra brevemente la struttura della nuova Soprintendenza che ha preso avvio nel mesedi Settembre con una breve descrizione
Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali e E. P. - Dipartimento Beni Culturali e Ambientali e E.P. - Soprintendenza del Mare
Lungomare Cristoforo Colombo, 4521 - 90151 Palermo
tel. +39 091 455142 fax +39 091 455005 - www.regione.sicilia.it/beniculturali/archeologiasottomarina
Per informazioni e chiarimenti: urp.sopmare@regione.sicilia.it - sopmare.area@regione.sicilia.it
La prima Soprintendenza del Mare d'Italia è stata istituita di recente in Sicilia con un apposito articolo nella legge finanziaria regionale del 2004 per tutelare, gestire e valorizzare la cultura del mare in Sicilia.
La nuova Soprintendenza opera presso il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e dell'Educazione Permanente dell'Assessorato per i Beni Culturali Ambientali e Pubblica Istruzione della Regione Siciliana ed ha compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori.
Questa struttura rappresenta l'approdo di un percorso nato con l'istituzione di un gruppo per la ricerca archeologica subacquea: il G.I.A.S.S. (Gruppo d'Indagine Archeologica Subacquea Sicilia) creato nel gennaio 1999, che ha agito fino al 2001 nell'ambito del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro.
Denominato dal 2002 S.C.R.A.S. (Servizio Coordinamento Ricerche Archeologiche Sottomarine), ha proseguito autonomamente la ricerca archeologica subacquea alle dirette dipendenze del Dipartimento per i Beni Culturali ed Ambientali ed Educazione Permanente.
L'ottica a tutto campo - intesa come approccio sistematico alla cultura, alla tradizione ed alla storia del rapporto tra l'uomo ed il mare - con cui ha operato ha affrontato tematiche, studiato siti e relitti inerenti l'evo antico, ma anche quelli medievali e moderni, nonchè le tradizioni marinare contemporanee.
L'attività operativa è stata garantita dalla dotazione tecnico-strumentale ma, soprattutto, dall'aiuto costante delle forze dell'ordine che agiscono in mare (Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri, Capitanerie di Porto e Guardia Costiera).
La struttura, che finora aveva agito in supporto all'attività delle Soprintendenze competenti territorialmente, opera adesso in piena autonomia avendo assimilato le risorse e i mezzi delle precedenti esperienze.
La sua sede si trova presso Palazzetto Mirto, nel centro storico di Palermo, mentre nei locali dell'ex Istituto Roosevelt, presso il porticciolo dell'Addaura, verranno collocati anche i laboratori tecnici.
In seguito, sull'intero territorio costiero siciliano e sulle isole minori è prevista la creazione di sedi periferiche.
L'istituzione della Soprintendenza del Mare qualifica la Regione Siciliana nelle politiche per la tutela ambientale delle sue risorse naturali ed archeologiche, ponendola in una situazione di primato in ambito europeo, insieme alla Grecia che - unica in Europa - possiede una struttura analoga.
(Fonte: Soprintendenza del Mare - Salvo Emma)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Per segnalazioni e commenti: venezia @ archeosub.it, per informazioni info@archeosub.it