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La geomorfologia della Laguna di Venezia
di A. Bondesan e M. Meneghel
Dipartimento di Geografia - Università di Padova
Materiale illustrativo consegnato al Convegno "Studio
Geoambientale del Territorio Provinciale di Venezia - parte
centrale"
Hotel Laguna Palace - 26 settembre 2003
La morfologia della Laguna di Venezia è il risultato di vari processi, sia continentali che marini, che con diversa intensità e in modo diacronico hanno creato questo tipico ambiente.
È una forma geologicamente recente essendo stata condizionata dall'innalzamento del livello marino che nell'ultimo massimo glaciale (intorno a 18.000 anni fa) era circa 100 m più basso dell'attuale.
Le datazioni al carbonio 14 di sedimenti lagunari testimoniano la formazione della laguna tra circa 10.000 anni fa per la laguna meridionale e 5.000 anni fa per la laguna nord.
La trasgressione marina ha portato alla sommersione della pianura fluviale precedente le cui forme sono state conservate, variamente elaborate o sepolte da nuovi sedimenti.
Inoltre la stessa dinamica lagunare ha portato all'elaborazione delle forme proprie di questo ambiente determinate dall'interferenza degli apporti fluviali, dei processi litorali, della subsidenza e, negli ultimi secoli, dall'intervento antropico.
Le principali forme che caratterizzano la laguna sono le seguenti:
lidi e frecce litoranee: sottili strisce di sedimenti emersi che limitano lo specchio lagunare verso mare.
Sono dati da cordoni litoranei, elevati e complessi, con presenza di dune conservate in alcune località (Alberoni, Ca' Roman, Cavallino, ...).
Sono interrotti dalle bocche di porto o foci lagunari attraverso le quali avviene lo scambio dell'acqua tra il mare e la laguna. Oggi sono tre mentre in passato era in numero maggiore.
Canali lagunari: a ogni bocca di porto fa capo una complessa rete a sviluppo dendritico di canali lagunari sommersi.
La presenza delle tre bocche di porto ha portato all'individuazione di tre bacini distinti tra loro separati da uno spartiacque sommerso.
La dimensione e la profondità dei canali decresce sistematicamente dalla bocca di porto verso le zone più periferiche.
La sezione trasversale dei canali evidenzia la presenza di due bordi rialzati che vanno digradando dolcemente all'esterno.
Attualmente molti canali subiscono periodiche escavazioni ai fini della navigazione endolagunare, mentre altri sono stati scavati artificialmente arrivando a modificare l'idrografia lagunare (per es. il Canale dei Petroli e di Malamocco).
Piane tidali: distinte in barene. aree di forma varia soggette alla sommersione durante le alte maree di sizigie e alte maree eccezionali (sono colonizzate da vegetazione alofita), e velme che vengono sommerse ad ogni alta marea ordinaria.
Valli da pesca: dedicate all'itticoltura, occupano circa il 20% della superficie lagunare; sono specchi d'acqua arginati artificialmente dall'uomo che ne governa il flusso dell'acqua.
Isole: le isole attualmente presenti nella laguna sono fondamentalmente derivate dall'azione di innalzamento artificiale di aree parzialmente emerse e quindi favorevoli all'insediamento.
Queste erano in origine cordoni litoranei o forme fluviali (dossi in laguna o delta endolagunari). Nel tempo molte isole minori sono andate soggette all'erosione.
Delta endolagunari: sono corpi sedimentari creati dai fiumi che sfociavano all'interno della laguna.
In pianta presentano una forma lobata o cuspidata con le quote maggiori presso l'asta fluviale (argini naturali del fiume).
Per azione di erosione delle acque e per subsidenza diventano corpi sedimentari sommersi dei quali restano emerse la parti corrispondenti agli argini naturali.
Dal punto di vista dinamico la laguna è una forma soggetta a rapida evoluzione verso l'ambiente continentale, per sedimentazione dei corsi d'acqua, o verso l'ambiente marino per erosione dei lidi e subsidenza.
L'intervento dell'uomo volto alla salvaguardia soprattutto della città di Venezia e delle sue attività commerciali ha avuto come finalità la conservazione dell'ambiente lagunare attraverso le deviazioni dei fiumi che sfociavano in laguna.
Tra gli interventi più rilevanti si ricorda il taglio di Porto Viro, l'estromissione del Brenta, l'immissione del Sile nell'alveo del Piave e lo spostamento verso est della foce del Piave.
Questi interventi hanno avuto come conseguenza una profonda modificazione del bilancio sedimentario della laguna e dei lidi.
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