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Archeologia delle acque - Laguna di Venezia
Le chiese di Costanziaco con breve bibliografia
di Antonio Rosso
pubblicato su "Archeologia Viva" II, N.8 - settembre 1983 pp. 21-23
Costanziaco aveva sei chiese ed erano dedicate rispettivamente ai SS. Sergio e Bacco (SS. Sergio e Bacco Martiri), a S. Massimo (SS. Marcelliano e Massimo Martiri), a S. Moro (S. Mauro), a S. Zanipolo (SS. Giovanni e Paolo), a S. Maffio (S. Matteo Apostolo), a S. Arian (S. Adriano).
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Le prime due chiese ad essere erette sono state SS. Sergio e Bacco e S. Massimo; di esse si hanno notizie dal VII fino al XIII secolo ed ambedue erano chiese parrocchiali dipendenti dal centro religioso di Torcello.
Ultima ad essere costruita, ma anche ad essere abbandonata, è stata S. Ariano cui era annesso un monastero di monache benedettine. Questo monastero, fondato intorno al 1160, aveva ben presto acquistato grande importanza perché frequentato da monache provenienti dalle più nobili famiglie veneziane. Nel 1400 tuttavia, a causa del progressivo impaludamento delle zone circostanti e della conseguente insalubrità dell'ambiente, era l'unico convento rimasto abitato.
La situazione poi era aggravata dal fatto che in estate (e tutti i documenti sono concordi in questa narrazione) la zona veniva invasa da «serpi e bisce», tanto che le monache decisero di abbandonare definitivamente il convento per recarsi prima a Torcello, poi a Venezia. Siamo nel 1549.
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Da allora la situazione è andata sempre peggiorando anche se nel XVII secolo si volle fare un tentativo di risanamento rialzando il terreno con riporti di terra. Venne eretta anche una cappella e si cercò di coltivare la zona. Ma non servì a nulla, anzi il già esistente cimitero fu ampliato, racchiuso da mura e adibito a sepoltura dei «corpi e ceneri esistenti nei sepolcri di Venezia» che a causa anche delle frequenti pestilenze erano assai numerosi e creavano dei problemi di salute pubblica, mentre il convento fu smantellato per utilizzarne le pietre.
Tutta la zona divenne quindi preda delle acque e della vegetazione lagunare.
Alcuni anni fa, poi, venne spianato con ruspe il terreno all'interno delle mura dell'ossario per togliere ciò che vi rimaneva, e infine venne murata la porta di accesso.
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Breve bibliografia
Si consiglia:
Piva V., Il Patriarcato di Venezia e le sue origini, Tip. S. Marco, Venezia, 1938.
Romanin S., La storia documentata di Venezia, voi. X, Ed. Filippi, Venezia, 1853 (ristampa 1972).
Bratti R., Isole di Venezia, in Monografia della Laguna di Venezia coordinata da C. Magrini, voi. I, 1955.
Carile A., Fedalto G., Le origini di Venezia, Patron Editore, Bologna, 1978.
Pedrocco G., Salvadori A., Civiltd di Venezia - Le origini e il Medio Evo, voi. I, Ed. Stamperia di Venezia, Venezia, 1973.
Favero V., Serandrei Barbero R., Oscillazioni del livello del mare ed evoluzione paleoambientale della Laguna di Venezia nell'area compresa tra Torcello ed il margine lagunare, Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., voi. VIII, pp. 83-102, Venezia, 1983.
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