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La marea e la sua misurazione nella storia
di Paolo Canestrelli (Direttore del centro Previsioni e segnalazioni Maree del Comune di Venezia)
pubblicata su "Laguna Mare" anno 2 n. 2 - aprile /maggio 2002 -
pp. 32-34
per gentile concessione del Direttore Responsabile Sebastiano
Giorgi
CHE COS'E' LA MAREA
La marea consiste nel ritmico oscillare del livello del mare in conseguenza delle attrazioni gravitazionali reciproche che insistono tra i corpi celesti.
I maggiori effetti sono prodotti dalla luna e dal sole; la prima di massa minore ma molto più vicina alla Terra, il secondo di massa elevata ma molto più lontano.
Luna e sole esercitano sulla massa d'acqua terrestre delle forze che danno origine ad un moto armonico che è tanto più regolare e contenuto quanto più limitati sono gli effetti meteorologici.
I parametri descrittivi della marea sono quindi l'ampiezza ed il periodo, caratteristiche che variano da mare a mare in relazione alle configurazioni geometriche, il mare Mediterraneo presenta ad esempio una oscillazione di marea contenuta in ampiezza (un paio di decimetri), mentre il mare Adriatico, a causa della sua forma molto lunga e stretta (lunghezza pari a cinque volte la larghezza media), presenta un'ampiezza che aumenta progressivamente verso la parte settentrionale chiusa, dove raggiunge circa 120 cm.
Nel golfo di Venezia l'ampiezza è tra le più' alte registrate in questo mare.
Le maree sono poi generalmente di tipo semidiurno, e cioè nelle 24 ore si registrano due valori di alta marea e due di bassa marea.
Nel periodo di novilunio e di plenilunio (sizigie) le maree presentano le massime ampiezze e la massima regolarità; al contrario nei periodi di primo e ultimo quarto di luna (quadrature) si possono presentare una sola alta e una sola bassa marea nelle 24 ore, usualmente meno ampie e meno regolari.
In quest'ultimo caso vengono chiamate diurne.
In conseguenza di eventi meteorologici significativi, la marea subisce delle alterazioni, in più' o in meno, tanto da modificare il suo andamento armonico regolare.
A Venezia, viene definita "normale" una marea i cui valori oscillino all'interno dei limiti +80 cm. e -50 cm.
Si definisce invece marea "sostenuta" quando si dispone su valori superiori, da +80 cm. fino a + 109 cm.
Viene chiamata "marea molto sostenuta" se compresa tra +110 e +139 cm., e "alta marea eccezionale" la marea che raggiunge e superai +140 cm.
La marea "molto sostenuta" viene segnalata alla cittadinanza attraverso l'azionamento di sirene che vengono avvertite in tutta la città e isole.
La marea viene misurata in più punti della città', ma dal 1923 si è stabilito che il valore ufficiale per il centro storico fosse quello rilevato presso la stazione mareografica di Punta della Salute.
La misurazione dell'altezza di marea inoltre viene convenzionalmente riferita al piano fondamentale della rete altimetrica dello Stato del 1897, che risulta più basso di circa 23 cm. rispetto al livello medio del mare attuale.
In questo modo, anche a fronte di fenomeni di subsidenza ed eustatismo, le "acque alte" dello stesso livello (ad esempio + 110 cm.), verificatesi nell'arco dell'ultimo secolo, allagano approssimativamente le stesse calli, la medesima area complessiva nei centri abitati e rendono impercorribili gli stessi rii.
LA MISURAZIONE DELLA MAREA NELLA STORIA
Fin dai tempi della Serenissima Repubblica i veneziani ebbero la necessità di creare dei riferimenti per definire quote altimetriche.
Venne quindi istituito il "comune marino", un riferimento convenzionale che viene fatto coincidere con la sommità della striscia nero-verdognola provocata dalla oscillazione della marea lungo le sponde dei canali, con maggior evidenza sui coronamenti in pietra d'Istria.
Esplicativa in tal senso è la citazione di M. Luigi Cornaro (XVI secolo): "L'acqua ritornando tante volte all'anno nello stesso punto, fa in tale altezza un segno negro sopra le pietre delle fondamenta delle case che sono per gli canali, et tal segno chiamasi della "Comune".
A questo segno, per molti secoli, venivano riferiti gli eventi di inondazione e le loro quote altimetriche.
Un esempio è rappresentato dalla citazione storica del 1428, "l'acqua alta crebbe cinque piedi sopra Comune con scirocco", che descrive una delle prime alluvioni che la storia di Venezia ricordi.
Verso la fine del XVIII secolo, in alcuni canali di Venezia, in corrispondenza della striscia formata dalla marea, venne scolpita una breve linea orizzontale sovrastata dalla lettera "C", in modo da evidenziare quale fosse il riferimento del comune marino.
Il comune marino, conosciuto anche come comune alta marea, presenta un riferimento diverso dall'attuale livello medio del mare, che si riferisce alla linea ideale data dalla media di tutti i livelli raggiunti dall'acqua.
Esso costituisce infatti un riferimento pratico, quasi sempre visibile, anche se risulta più' alto del livello medio del mare di circa 30 cm. in quanto rappresenta pressoché la media delle alte maree.
Particolare interesse storico riveste l'antica stele ottocentesca, recentemente restaurata dall'Amministrazione comunale, situata davanti la sede municipale di Ca' Farsetti, che riporta la graduazione dei livelli della marea riferiti al comune marino (fig. 1).
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Ma il comune marino, considerato invariabile nel tempo, in realtà non presenta un'uniformità per la città e la laguna di Venezia, in quanto la striscia nero-verdognola provocata dall'oscillazione della marea dipende, oltre che dalla subsidenza e dagli effetti di eustatismo, anche dalla esposizione della parete del canale, dalla concentrazione di masse d'acqua dovute ai venti prevalenti, dai materiali utilizzati nella costruzione delle pareti e, negli anni più recenti, dagli effetti del moto ondoso dovuto al sempre maggiore traffico motorizzato e dalle concentrazioni di energia dovute alla convergenza di onde in un determinato punto delle sponde per effetto della conformazione delle stesse.
Un esempio significativo della variabilità nello spazio di questo riferimento è costituito dalla differente altezza della striscia nero-verdognola delle due sponde opposte del Canal Grande, mentre la variabilità nel tempo è stata misurata in un attuale innalzamento di circa 23 cm. rispetto la fine del secolo scorso.
Per questo motivo, non appena l'evoluzione tecnologica lo ha concesso, si è ritenuto di abbandonare il riferimento al comune marino e, grazie alle più sofisticate e precise strumentazioni di rilievo altimetrico e del livello di marea, si sono assunti riferimenti più precisi quali il "livello medio del mare" o il "livello medio delle alte maree", riferiti a semplici elaborazioni di dati di rilievo (fig. 2).
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